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PASSEGGIANDO IN BICICLETTA

  • patriziacastagna
  • 23 mag 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

E’ inevitabile, impossibile non pensare alle biciclette quando si parla di Olanda.

Nelle vie del centro si possono osservare enormi distese di biciclette parcheggiate delle più svariate tipologie, dalla più scassata alla più modaiola, e durante gli orari di punta le spaziose piste ciclabili che disseminano la città sono veramente affollate.

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Quando pensavo al mio trasferimento qui avevo un’immagine molto poetica al riguardo, e già mi vedevo in sella alla mia bicicletta attraversare maestosamente i canali cittadini, tra fiori, tulipani e farfalle.…

Un conto è la fantasia, un altro è la realtà.

Ci sono potenti insidie contro le quali una donna deve combattere, assolutamente non trascurabili.

Innanzitutto l’umidità. Nonostante mi sia portata dall’Italia ettolitri di schiuma per tenere a bada la capigliatura, e cerchi di domare i miei ricci con ogni sorta di rimedio che la ricerca scientifica abbia sviluppato sulla cura del capello (dall’olio ai semi di lino, ai balsami senza risciacquo all’avocado, al mango, alla belladonna, crine di unicorno, zanne di serpente e varie ed eventuali ) non c’è verso, il crespo ha sempre la meglio.

Così una si ritrova ad uscire di casa in condizioni diciamo decenti, e ci mette pure un po' di tempo, per poi al ritorno guardarsi allo specchio ed impallidire nel vedere la seguente immagine: capelli “alla Jackson Five” dove una rondine potrebbe tranquillamente nidificare indisturbata, mascara completamente colato intorno agli occhi (ma senza quell’effetto voluto e molto cool da modella che fa tanto “ sono stramaledettamente bella e dannata e ho il trucco sfatto per una notte turbolenta”); no, il mio sguardo non ha alcunché di magnetico e sensuale ma fa piuttosto tossica anni ’70. Mi vedo e penso:”ma sono andata veramente in giro così?!”.

Questo accade nelle giornate migliori, quando non piove…vi lascio solo immaginare quando (una media di 200 giorni all’anno) diluvia, soffia un vento di 100 km/orari o, nella peggiore ma non vana ipotesi, entrambe le cose contemporaneamente. Scema io che non mi sono ancora procurata una scorta di mascara water proof, ma di quello forte da piscina che riesci a togliere solo dopo un paio di settimane sfregandoti ininterrottamente gli occhi (no, ricorrere all’acquaragia non è consigliabile).

Quando torno a casa dopo aver preso Federico da scuola sembro più la vittima di uno stupro di massa o la sopravvissuta a qualche catastrofe naturale che la tranquilla e composta mammina della pubblicità dei pannoloni.

Ma la cosa più tremenda è osservare, invece, le ragazze olandesi che sistematicamente ti superano in bicicletta (sì perché gli olandesi sono tutti velocissimi e ti suonano. Una volta sono stata sorpassata persino da una signora di 120 kg, giuro. Umiliante).

Loro rasentano la perfezione. Viso acqua e sapone (eh no, a loro il trucco non serve e di conseguenza non cola), fisico slanciato e longilineo, perfetti nasini all’insù, dritti capelli setosi raccolti in composte code di cavallo. Possono esserci 20 gradi sotto zero ma indossano eleganti e striminziti cappottini che slanciano, come se ce ne fosse bisogno. Ti affiancano al semaforo e tu, piccola, nera, tonda italiana, infreddolita e dal naso rosso e gocciolante, col tuo piumino inzuppato d’acqua piovana, guance rigate di nero, capelli che hanno assunto vita propria, ti senti affascinante quanto Riccardo Cocciante al Pitti Uomo, e riparti impavida allo scattare del verde cercando di mantenere quel poco di dignità che ti rimane.

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Al di là delle poco edificanti questioni di estetica e stile, le biciclette qui fanno proprio parte della vita quotidiana, se consideriamo che in media un olandese percorre circa 2,5 km al giorno, e 900 km all’anno e che i Paesi Bassi con 22,3 milioni di biciclette su una popolazione di 16,8 milioni di abitanti vantano la più alta densità di velocipedi al mondo.

Le bici sono così fondamentali tanto da non essere più nemmeno considerate come un semplice mezzo di trasporto ma più come una protesi, un’estensione del proprio corpo. Ne esistono di tutti i tipi e per tutti i gusti: quelle più classiche, quelle da corsa, le city bike, i tandem per bambini, la reclinata, la pieghevole, la cargo bike, fino ad arrivare al triciclo elettrico per anziani che qui è altrettanto popolare. Che siano vecchie ed arrugginite o addobbate di fiori e cassette della frutta,vengono utilizzate per i più disparati utilizzi: dal trasloco, al trasporto di un numero illimitato di bambini o per la spesa settimanale, poco importa, purché facciano il loro lavoro.

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immagine tratta da http://stuffdutchpeoplelike.com

L’origine di tale tradizione è poco chiara perché si ritiene che la bicicletta sia stata di fatto inventata in Francia o in Inghilterra, ma pare che il vasto utilizzo di tale mezzo sia piuttosto legato al territorio piano dei Paesi Bassi, che vantano più di 35 mila km di piste ciclabili.

Ad ogni modo nemmeno la pioggia, il vento, la neve o una catastrofe imminente, possono impedire ad un olandese di sfrecciare in bicicletta in qualsiasi direzione, magari con un paio di pargoli a carico e, spesso e volentieri, senza nemmeno un misero impermeabile. Perchè l'influenza, a loro, non li sfiora nemmeno, ecco.

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Quindi ecco dei consigli per non sembrare dei normali turisti mentre vi aggirate in bicicletta per le ciclabili olandesi:

Evitate accuratamente le corsie del tram.

Andate fortissimo, sempre, anche se avete un sacco di tempo e non sapete cosa fare per il resto della giornata.

Non curatevi assolutamente dei pedoni perchè tanto la precedenza l'avete voi: bambini, anziani, genitori col passeggino...la parola d'ordine è "senza pietà". Usateli piuttosto per un divertente esercizio di slalom.

Se incontrate dei ciclisti lenti soprassateli senza remore suonando più volte il campanello.

Usate le braccia per girare a sinistra e a destra, ma con estrema nonchalance, buttando il braccio in modo morbido e rilassato, e anche un pò annoiato.

Avete freddo? non importa. Un cappottino leggero o un giubbotto in pelle possono bastare. E mi raccomando: nessuna cuffia, che fa così little Italy.

Nel dubbio suonate il campanello con aria molto sicura.

Ah, e se sentite qualcuno che vi dice “Sterf aan kanker!”, tranquilli, vi sta solo augurando di morire di cancro....

Per ora qui dall'Olanda è tutto e vi saluto con un modo di dire all'italiana: "hai voluto la bicicletta? e adesso pedala..."

Tot ziens!!!!

 
 
 

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